Tous Les Mêmes – Stromae

SIGNIFICATO

INTERPRETAZIONE #1

«In “Tous les mêmes” provo a parlare delle differenze ragazzi – ragazze. C’è una cosa di cui sono convinto, ed è che ci sono due razze umane sulla terra, sono gli uomini e le donne». Tramite quest’affermazione, Stromae toglie ogni dubbio sul fatto che questa canzone si riferisca ai cliché di entrambi i sessi, e non solo – come apparentemente può sembrare – ad una lamentela mossa nei confronti degli uomini.

Pur essendo il testo strutturato come se parlasse una donna, la canzone – il cui senso è fortemente legato al video che la accompagna – critica i classici comportamenti sia maschili che femminili. È tratta dall’album “Racine carrée” del 2013.

L’iniziale verso «Voi uomini siete tutti uguali» («Vous les hommes, vous êtes tous les mêmes») rappresenta una lamentela mossa da una donna, ma è anche una frase stereotipata che a priorietichetta come “cattivo” il mondo maschile, facendo – come si suol dire – di tutta l’erba un fascio. Nel video vediamo il cantante che, in base alla propria posizione, ha i capelli corti per figurare maschio e più lunghi per sembrare femmina. In questa veste, abbraccia prima una donna e poi un uomo, ribadendo ancora che il «tutti uguali» è rivolto ad entrambi i sessi. Entrambi, insomma, hanno sempre qualcosa d ridire sul proprio opposto.

La strofa continua con diversi luoghi comuni e giudizi proferiti da una donna, dalla quale il genere maschile viene accusato di maschilismo e di sopravvalutarsi: «sessisti ma scadenti» («macho mais cheap»). Continua considerando gli uomini come individui senza spina dorsale, una «banda di rammoliti infedeli» («bande de mauviettes infidèles»), «così prevedibili» («si prévisibles»). Altro cliché, in verità appartenente ad entrambi i sessi, è il successivo «no non sono sicura / che mi meriti» («non je ne suis pas certaine / que tu m’mérites»), seguìto dalla stizzosa affermazione che gli uomini sono addirittura fortunati che le donne li amino, e per questo dovrebbero dir loro grazie («vous avez d’la chance qu’on vous aime / Dis-moi merci»).

Il ritornello fa riferimento ad una classica coppia, dov’è lui a parlare (il video si colora di verde, come durante ogni riferimento maschile della canzone); egli le dà «appuntamento al prossimo litigio»(«rendez-vous au prochain règlement»), nonché «alle prossime mestruazioni» («aux prochaines règles»), ovvero al prossimo cambio d’umore di lei.

Il video torna rosa (riferimento femminile) e lei riprende a rimproverarlo: evidentemente il litigio c’è stato, tanto che lei se ne esce con la classica frase «questa volta era l’ultima» («cette fois c’était la dernière»), e sembra non trattarsi di una crisi momentanea ma di un abbandono definitivo («tu peux croire que c’est qu’une crise»), nonostante l’invito di lei a dare «un’ultima occhiata al mio di dietro»(«mate une dernière fois mon derrière»), accanto alle sue valigie pronte per il trasloco («il est à côté des mes valises»). Vuole quindi troncare la relazione e andare via. Altro cliché: lei gli parla di sua madre, che lo idealizza, contrapponendo quindi la figura materna di lui a se stessa («tu diras au revoir à ta mère / elle qui t’idéalise») e poi, a mo’ di avvertimento (e forse, sotto sotto, anche per spingerlo a trattenerla), lo avverte che le altre donne sarebbero di gran lunga peggiori di lei: «tu non vedi neanche cosa ti perdi / Con un’altra sarebbe peggio» («tu n’vois même pas tout c’que tu perds / Avec une autre ce serait pire»). Ebbene sì, questo si rivela proprio uno stratagemma per indurlo a chiederle di restare, ma lui non sembra mostrarsi molto interessato, tanto da essere lui ora a volersene andare: «cos’è, anche tu vuoi finirla, ora?» («quoi toi aussi tu veux finir maintenant?»). Quindi lascia lei sconfitta e delusa che il proprio “piano” non sia andato a buon fine: «il mondo va al contrario / Io lo dicevo soltanto per farti reagire / Tu c’hai pensato» («c’est l’monde à l’envers / Moi je l’disais pour t’faire réagir, seulement / Toi t’y pensais»).

Dopo il ritornello, l’altra strofa contiene ancora un’altra serie di appunti e richiami: viene affrontata la tipica critica maschile nei confronti della presunta eccessiva sdolcinatezza delle donne («facile à dire je suis gnangnan») e del loro amore per il chiacchiericcio («et que j’aime trop les blablablas»), nonché il sottovalutare quanto incidano sul carattere gli sbalzi ormonali femminili («bais non non non c’est important / ce que t’appelles les ragnagnas»). Inoltre, lei accusa lui di non voler avere figli, oppure di esserci solo nel momento in cui “li si fa”, cioè di desiderare solo il sesso («ah oui pour les faire, là tu es présent»), per poi sparire quando si tratta di crescerli («mais pour les élever y aura des absents»). Nella strofa successiva, inoltre, lei si lamenta dei complimenti a suo avviso falsi («arrête je sais que tu mens») che riceve da lui, quando lei si sente o sarà meno bella a causa dell’età, e asserisce che «solo Kate Moss è eterna» («il n’y a que Kate Moss qui est éternelle»).

Insomma, sembra che, in qualsiasi lei si mostri, a lui non vada mai bene («c’est jamais bon»): brutta, stupida o bella non fa differenza, né cambia dopotutto, per lui, se sia lei oppure un’altra. Si conclude la canzone con la ripetizione del titolo, «tutti uguali», ed un’ormai manifestazione diesasperazione finale: «e ne ho abbastanza» («et y en a marre»).

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