SIGNIFICATO
INTERPRETAZIONE #1 (fornita dallo stesso Ligabue)
“Non è un caso se la canzone non si chiama soltanto La terra trema, perché credo che una parte della ricostruzione passi da lì, dall’amore. La canzone chiude con: «tu che hai bisogno di me, che ho bisogno di te». Sai che ci dev’essere una ricostruzione concreta, fisica – della tua casa, delle cose che ti circondano –, però ci deve essere soprattutto una ricostruzione esistenziale.
«Tu guarda nei miei occhi / e trovaci un domani / e appena avrai finito / prova a raccontarmelo, se puoi».
È lui a dirlo a lei: mi piaceva mostrarne la fragilità, il bisogno di venire rassicurato dalla propria donna.
Musicalmente è un pezzo dall’atmosfera piuttosto diradata.
«Sembra un impeto d’inferno / che non vuol stare più coperto / venuto su a mangiarsi tutto / a bocca aperta».
Quando tu vivi un’esperienza così potente, che ti colpisce alle spalle, e quando quest’esperienza ti mette nella condizione di non poter proteggere i tuoi cari e di non sentirti sicuro nemmeno più a casa tua, è chiaro che nasce un nuovo senso di precarietà: nuove paure, nuovi sguardi sulla vita.
«La terra trema… / i figli van tenuti in braccio / … / ma quanto trema… / si deve togliere un capriccio».
Qui l’effetto del suono – quella specie di onomatopea creata da tr e br, da tr e pr – è venuto in maniera inconscia. Nel senso che le parole forse sono emerse anche con quella funzione sonora, ma di sicuro non le ho cercate io a tavolino.”
Intervista presa dal libro-intervista di Luciano Ligabue “LA VITA NON È IN RIMA (PER QUELLO CHE NE SO)”
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