SPIEGAZIONE
Questa canzone viene spesso sottovalutata a livello di contenuti, in quanto appare alquanto semplice capire cosa ci voglia comunicare Lady Gaga con il titolo Poker face.
Come molti sanno l’espressione Poker face deriva dal gioco del poker, un gioco in cui bisogna avere l’ottima capacità di non trasmettere tramite espressioni le carte che si hanno in mano: che siano belle o che facciano schifo, bisogna esser bravi a non farlo capire all’avversario. In questo senso la “faccia da poker“, vuol dire avere uno sguardo impassibile, che non trasmette nè emozioni nè pensieri.
Il tema di fondo della canzone però non riguarda solo questo, ma in particolare il tutto è incentrato sulla bisessualità ed è un “tributo” ai passati fidanzati di Gaga. Questo lo si capisce da alcune interviste che Lady Gaga stessa rilasciò in merito alla sua vita e alla canzone: “La canzone tratta diverse cose. Mi piace giocare d’ azzardo, ma ho anche incontrato molti ragazzi che amavano davvero il sesso, il bere e il giocare sporco, per cui ho deciso di scrivere una canzone sull’argomento che anche a loro sarebbe piaciuta“. Il gioco d’ azzardo, come è intenso nella canzone, va a riprendere l’ambiguità dell ‘amore come sesso e divertimento; in tutto ciò, sempre nella stessa intervista, Gaga aggiunse di come in passato, mentre faceva sesso con il suo ragazzo, riuscisse a pensare “alle sue ragazze” senza però farglielo capire.
CURIOSITA’
Secondo fonti trovate su internet, l’idea del brano pare abbia avuto origine al tempo in cui Lady Gaga si esibiva come cubista a New York, nei nightclub del Lower East Side. Sullivan, un amico di Gaga, ha raccontato che il brano scaturì quando Stefani ruppe col fidanzato Lüc. Lady Gaga chiese all’amico se fosse una buona idea andare al locale in cui il suo ex lavorava per parlargli e lui rispose che avrebbe dovuto farlo per mostrare agli altri quanto stesse bene anche senza di lui. A quel punto Sullivan le disse “Non hai capito come si deve fare con un tipo come Lüc. Devi mostrargli la tua faccia da poker“.
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