Cirano – Francesco Guccini

SPIEGAZIONE

INTERPRETAZIONE #1

Venite pure avanti voi con il naso corto:
Cirano è oppresso dalla dimensione del suo naso, si scaglia contro chi non ha anormalità. La metafora è evidente, mi sembra. Lo spadaccino, il nobile, il leale, è in collera con una categoria di persone, che intanto sente diverse da lui. Ma non finisce qui, sarebbe un po’ sciocco. E così spiega meglio.

Signori imbellettati, io più non vi sopporto:
Ne ha avuto abbastanza di belletti e signorilità; il suo lessico tradisce tuttavia la “propria” signorilità, diversa da quella imbellettata di chi si agghinda di trucchi per apparir autorevole. Non è opinion mia, ma è scienza sociale che l’autorevolezza sia una caratteristica intrinseca, non ho timore di dire cavolate quando affermo che il cerone, così come i paroloni, non fanno un signore nei modi, non lo fanno nell’essenza. E Cirano dice non vi sopporto più, quindi la sua non è un’idiosincrasia “a pelle”. Non ne può più e reagisce come può, dove si sente forte, lui grande spadaccino, nobile signore, poeta. Si erge sullo scoglio del veleno. Che dire dei buffoni che campano di versi senza forza? Qui il signor di Bergeràc ce l’ha con chi parla e scrive parole senza forza. La situazione è sottile al riguardo, come si può definire la forza di un verso, la reale consistenza di chi lo recita? Chi può dire se un verso sia frutto di fortuna o se abbia in sè incatenato anche tutto quel significato che trascende il significante vuoto delle parole usate? Io me lo chiedo, non così pare fare Cyrano, che mette tutti al muro, con una facile semplificazione: “avrete soldi e gloria, ma non avete scorza“. Chi si sente di smentirlo? Chi ha il coraggio di dire che il successo arride al merito? Ok, può accadere, ma la legge che regola il successo è assolutamente avulsa dal merito.

Quindi questo successo consiglia a ciascuno di goderselo. Qui secondo me anche a Guccini sarà venuta in mente la famosa frase sul successo di Warhol. Guccini-Cyrano prende in giro i passi più lunghi della gamba fatti sull’onda del successo, è evidente il suo disprezzo per chi si crede superiore agli altri e indossa il ghigno arrogante dell’insolente ignoranza pervicace solenne ed antipatica che ha “il primo della classe“. Cyrano è un povero cadetto, uno che conta poco nell’esercito, e io sono uno che conta poco nel mondo, però lui non sopporta la gente che non sogna, e io non sopporto gli orpelli con cui si danno tutti le arie da grandi intenditori arrivati (arrivismo appunto) e cercano proseliti in questo nuovo paradiso che predicano. All’amo non abbocchiamo, e al fin della licenza, miei stupidi, tocchiamo.

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