La nuova stella di Broadway – Cesare Cremonini

SIGNIFICATO

INTERPRETAZIONE #1 (Fornita dallo stesso Cesare Cremonini)

“La nuova stella di Broadway” ha vissuto grandi rivoluzioni durante il periodo di lavoro al disco.
Esistono già tre versioni di questo brano, (una la sentite nel disco) e magari un giorno le pubblicheremo.
Avevo rivisto da poco “Chicago”, un film/musical che ho amato molto, l’ennesimo capolavoro con Richard Gere e mi aveva lasciato a bocca aperta.
Ho iniziato a scrivere la canzone sui titoli di coda del film, prima dandogli un ritmo swing, in perfetto stile Broadway, molto classico, poi trasformandola lentamente in una ballad acustica in cui il testo acquistava più importanza accordo dopo accordo.
Volevo raccontare una vicenda dal basso: un business-man sgangherato e sempre in cerca di una nuova illusione, una ballerina di jazz, bellissima e ignara, che sogna di diventare una star con i suoi passi di danza. Una Ginger Rogers di oggi con lui, corrotto dal desiderio di scoprirla, innamorato della vanità di una tentazione. Lei così avida di promesse ma vergine di successi. Lui pronto a mentire al destino per possederla.

Il ritornello, “New York! New York!” aveva tra le parole qualcosa che mi ricordava anche l’11 Settembre, il crollo delle torri, il cuore ferito di una città che è più di una città. E’ un film che si reinventa continuamente. Sentivo un senso di omaggio e compassione nel pronunciare quel nome, anche se il riferimento non è ovviamente esplicito. La “scommessa d’amore” di questi grattacieli illuminati e le strade sporche di vita di quel posto sono l’ambiente in cui ci è possibile far nascere una passione segreta. Che sia una canzone, una figlia o un figlio, una star della musica, una speranza o un desiderio. La nascita. Il contrario della morte e del fallimento, per me. Non c’è scoperta al mondo che non meriti un sorriso. E Broadway è la sala parto di grandi sogni del nostro secolo nel mio immaginario. Mi è parso il luogo ideale dove ambientare una canzone che parlasse di questo. Perché forse è vero che chi non ha mai visto nascere una dea, in fondo non lo sa che cos’è la felicità! Anche questa canzone, come “il comico (sai che risate)” cerca di raccontare una storia in cui il finale è lasciato all’immaginazione di chi ascolta. Mi piace sempre di più l’idea di cominciare qualcosa, e poi con pazienza trovarne i protagonisti, senza rivelarne la conclusione, senza cercarla forzatamente.

C’è qualcosa di più bello di una storia che lascia sempre un gusto diverso in bocca, a seconda dei nostri bisogni o soltanto del luogo in cui ci troviamo mentre la attraversiamo? Il mio, di finale, per ora, è una notte d’amore fra loro, di fuoco e di labbra avide di sogni e di argento fra le stelle. Il loro nome che luccica e ricade lento verso la realtà.
Ma non ne sono sicuro… Li ho lasciati al loro destino! Volevo che il dolore o la gioia fosse la loro, volevo in qualche modo anche rispettarla e non rubargliela.
Questo a volte non mi piace, ossia che l’autore rubi le emozioni dei protagonisti rendendosi protagonista lui stesso.

Per scrivere la seconda strofa della canzone, (“Lui si svegliò senza lei nudo nella tempesta…”), mi sono fatto un giro nei ricordi di New York, nelle atmosfere di Dylan, ho riascoltato alcuni suoi dischi, i primi, e sono andato a farmi un giro persino su Google Map per rivedere zone in cui avevo vissuto!! Sono stato là 2 mesi dopo il mio lungo viaggio in Argentina e ho alcuni amici americani (completamente pazzi) che me l’hanno fatta assaporare in modo unico. Ci ho girato anche un videoclip molto sentito (“Le tue parole fanno male”) e mio fratello ora sta vivendo proprio lì.” – Cesare Cremonini

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